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La danza, un prezioso dono


Se dovessi ricordare un preciso momento in cui la danza è entrata nella mia vita mi troverei in difficoltà.

Ricordo solo che aspettavo con trepidazione il momento in cui avrei iniziato la mia prima lezione.

Avevo 6 anni.

Ma già prima mi ricordo che mi incantavo davanti alla TV quando vedevo un balletto.

Ho delle foto di quando avevo 5 anni in cui per carnevale mi ero vestita da ballerina.

E quel primo tutù che indossavo lo conservo ancora gelosamente nell'armadio perché era stato cucito apposta per me da mia nonna, che era sarta.

Tuttora penso sia il mio più bel tutù perché curato nei minimi particolari, con delle meravigliose foglioline luccicanti applicate su strati e strati di tulle.

Un tutù cucito a mano che mia nonna mi ha creato con infinito amore.

Io già mi sentivo una ballerina vestita così e non vedevo l'ora di iniziare davvero.

Ho dei ricordi di quel mio primo anno di danza un po' sfumati, perché risalgono a parecchio tempo fa, ma ricchi di sentimenti.

In quella sala di danza, nella scuola civica della mia città, ricordo più che altro le emozioni che provavo.

Il batticuore ogni volta che era il giorno in cui andavo a danza, la cura nel preparare lo zainetto dove riponevo il mio primo body in cotone rosso, semplice ma speciale assieme alle calze rosa molto ruvide e le scarpine in pelle che avevano una suola durissima.

Mi ricordo gli infiniti esercizi a terra a tenere sempre, sempre, sempre la schiena su.

Mi ricordo le ballerine più grandi, che spiavo dietro la porta: avranno avuto 14 anni ma a me sembravano grandissime e bravissime.

Aspettavo il momento in cui finalmente sarei andata alla sbarra, ma non arrivava mai.

Bisognava avere pazienza, bisognava lavorare sodo perché solo la maestra sapeva quando sarebbe stato QUEL momento.

Nessuno metteva in discussione i tempi e i modi delle maestre.

Avevamo tutti un grande rispetto per dove eravamo e per quello che facevamo.

Eravamo tutte piccole ma sentivamo di fare qualcosa di importante e speciale.

Perché c'era il desiderio di imparare, l'attesa del progresso, la certezza che tutto quel lavoro sarebbe diventata poesia.

A casa mi avevano regalato un VHS dello Schiaccianoci.

Non so quante volte negli anni ho visto e rivisto quel balletto.

La danza dei cinesi è stata da sempre la mia preferita. Ammiravo quei ballerini così felici, così leggeri, così potenti in quei salti e giri e in quel mondo fatato.

Tuttora rimane il balletto a cui sono emotivamente più legata.

Non c'era YouTube, non c'era la possibilità di vedere molti video, molti spettacoli o leggere libri sulla danza.

Quel poco che c'era era preziosissimo, un dono.

Questo aspetto così speciale, unico e delicato della danza è rimasto per me adulta l'essenza da custodire, e che mi fa ricordare quanto sia magica la danza, sempre.

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